Erano passate da poco le 6 del mattino e tutti erano in sala a meditare.
Entrai nella sala in modo silenzioso, come avevo imparato a fare.
Camminavo e non si sentiva nè il mio passo sul parquet liscio né il mio respiro, di fatto avevo imparato a muovermi come un felino tra i partecipanti, avevo imparato ad essere immobile come un serpente. Ero presente ma non ero presente.
Quella mattina, alle 6, fu una grande esperienza per me ed il mio cuore.
Entrai nella sala, stanca ma pronta a fare ciò che doveva essere fatto e cioè pulire, assistere, guardare, dare supporto solo con lo sguardo spesso a distanza e senza parole. Avevo la carta e lo straccio in mano, asciugare il sudore se a qualcuno fosse colato sul pavimento per evitare che qualcuno scivolasse e si facesse male.
Così descritto può sembrare che facessi la cameriera o la donna delle pulizie, ma in realtà no, per me era il “lavoro” più bello del mondo, ero lì per loro.
Quella mattina, le prime luci dell’alba e letteralmente avevo avuto la fortuna di partecipare ad un “esperimento”. Meditare tutta la notte senza sosta e sperimentare quanta energia ci portiamo dentro. Quanta forza. Quanta mente e quanto cuore “solo” per provare ad Essere il Tutto in un istante.
Quella mattina, entrai in sala e accadde qualcosa che non avevo programmato. Avendo molti anni di esperienza in ciò che stava accadendo, ormai “sapevo un po’ ” e invece in quel momento, ho imparato qualcosa di importante e che sembra scontato, ma per me non è lo affatto: la vita è imprevedibile e non si possono fare programmi e soprattutto so di non sapere proprio nulla.
In quell’istante, in quell’unico momento irripetibile, entrando nella sala vidi tutte quelle persone in piedi, ferme, immobili in un silenzio che si tagliava a fette, in quel momento vidi tutte quelle persone come dei grandi Buddha. Non era un’immaginazione o un’allucinazione. Erano dei Buddha.
Vidi lo stato naturale dell’essere umano che si stava manifestando in quel preciso istante. Quell’attimo fu immenso e feci esperienza della devozione.
Ma non sapevo nemmeno si chiamasse così.
Sentivo solo un grande senso di “devo farlo, devo farlo per loro, perché se lo meritano. Ognuno di loro è un Buddha… e questo è solo il mio piccolo contributo per loro” e allora come un felino, silenziosa mi aggiravo tra loro mentre erano tutti assorti e io c’ero e non c’ero e asciugavo la più piccola goccia di sudore, toglievo l’ultimo capello che poteva arrecare fastidio, profumavo l’aria con acqua aromatizzata e il mio unico sentire, era che volevo inchinarmi ai piedi di ognuno di essi. Mi sentivo una devota del loro silenzio. Una devota non nel senso religioso del termine.
Non so se vi è mai capitato di sentire: “amo così tanto questa persona che farei qualunque cosa per farla sorridere o vederla stare bene” ecco, una cosa simile ma moltiplicata per mille e senza avere l’impegno con nessuno di esse.
A volte questo senso di devozione lo proviamo per i nostri compagni o familiari o a volte per qualche amico/a speciale. Ma di certo non per un estraneo. Ecco io invece mi sentivo una devota di persone che di fatto non conoscevo o amavo, eppure le amavo.
Quella fu davvero l’alba di un nuovo giorno. Ma lo compresi tempo dopo.
Solo oggi, a distanza di anni mi rendo conto che il “lavoro” che faccio è un grande privilegio non ha nulla a che fare con l’incassare denaro a fine mese oppure pubblicare un video e ricevere like e commenti. No, solo oggi comprendo dopo lezioni su lezioni, sveglie all’alba con il buio, cosa significa essere al servizio di… e provo una gioia incredibile ogni volta che mi siedo sul tappetino e non importa chi c’è o non c’è davanti – ormai davanti allo schermo – , io sono li per manifestare un volere più grande. A me piace chiamarlo il volere dell’Universo.
Quando non interferisco con questo volere accade una magia.
Insegnare oppure rispondere ad una telefonata o ad una email– per me – è un privilegio e mi sento al servizio e allora posso tornare a casa dopo una giornata di lavoro, lunga spesso 10-11 ore e cenare ascoltando il silenzio tutto intorno e andare a dormire come se avessi vissuto il primo e l’ultimo momento della mia vita.
Mi affido alla notte.
Apro gli occhi ed è l’alba di nuovo giorno. Mi alzo e con gratitudine mi siedo e medito.
Insegnante Metodo Odaka Yoga 500h RYT PLUS
Insegnante Yoga Pre-parto
Operatrice Shiatsu Metodo Masunaga
Counsellor
Massoterapista MCB
Operatrice in tecniche energeniche (Reiki, Pranic HEaling)
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